Oro a $20K all’oncia grazie alla FED?

E se ti dicessi che la FED potrebbe attuare una manovra sull’oro così radicale da sembrare pazzesca?

Caro Investitore,

Prima di tutto, spero che tu stia passando delle splendide feste in compagnia della tua famiglia e dei tuoi cari. 

Oggi ho deciso di condividere con te una riflessione un po’ diversa dal solito. 

Si tratta di un’analisi estremamente interessante e delicata, nata dallo studio della situazione attuale.

Questo non è solo un argomento di investimento: è una finestra su possibili scenari futuri che potrebbero ridefinire il panorama economico globale. 

Siediti, rilassati e spegni le notifiche: stiamo per tuffarci in una storia affascinante e molto significativa.

 

La Manovra Storica sull’oro che ha cambiato tutto

Per capire quello che potrebbe accadere, dobbiamo fare un tuffo nel passato.

1934: gli Stati Uniti si trovavano in una situazione economica critica. 

La Grande Depressione aveva messo in ginocchio l’economia e il debito pubblico era alle stelle. La situazione era critica non solo per gli USA ma anche per il resto del mondo.

All’epoca, il denaro non era come lo conosciamo oggi: i dollari erano essenzialmente certificati che rappresentavano una quantità specifica di oro, ma c’era un problema, gli Stati Uniti avevano stampato più dollari di quanto oro avessero per coprirli.

La Soluzione? L’Ordine Esecutivo 6102


Sotto la presidenza di Franklin D. Roosevelt, venne emesso l’Ordine Esecutivo 6102, che autorizzò la confisca dell’oro detenuto dai cittadini statunitensi. In cambio, venivano consegnati dollari cartacei. 

Questo evento rappresentò di fatto un default mascherato: non potendo onorare i propri debiti in oro, il governo rivalutò l’oro sequestrato, aumentando il suo valore da $20 a $35 l’oncia.

Il Risultato?

  • Svalutazione del dollaro del 40%.

  • Apprezzamento nominale dell’oro.

     

Questa manovra consentì al governo di ridurre il peso del debito e aumentare il controvalore di oro nelle sue riserve, ristrutturando di fatto l’economia.

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Uno Scenario Simile nel Presente?

Oggi gli Stati Uniti si trovano di nuovo di fronte a una situazione complessa:

  • 36 trilioni di dollari di debito pubblico (come visibile nella foto qui sotto).

  • Un rapporto debito/PIL superiore al 120%, che si avvicina ai livelli “insostenibili”.

 

 

In effetti guardando da più vicino è impressionante vedere come il debito rispetto il GDP (il debito rispetto il PIL) sia aumentato esponenzialmente negli ultimi anni. 

Nel 1960 si assestava intorno al 52% per poi crollare negli anni 80 al 34% e riprendere nel 2000 i livelli precedenti siglando il 54%. 

Oggi dopo 24 anni è cresciuto esponenzialmente toccando quota 123%.

 

 

Per questo gli USA stanno facendo di tutto per rientrare del debito valutando un ritorno parziale alla riserva aurea (cosa che stanno facendo anche i BRICS) e addirittura una riserva in Bitcoin.

Ma vediamo dunque quali sono tutte le possibili soluzioni per arginare o almeno frenare il debito:

  1. Crescita economica miracolosa. Un obiettivo appunto “miracoloso”, e quindi difficilmente raggiungibile in tempi rapidi.

  2. Aumenti fiscali drastici. Politiche poco popolari e difficili da attuare su larga scala e che “strozzerebbero” le attività (la misura preferita in Europa)

  3. Austerity. Una scelta impopolare che potrebbe portare a tensioni sociali.

  4. Default mascherato. Proprio come nel 1934, gli USA potrebbero rivalutare drasticamente l’oro per ridurre il peso del debito.

Attualmente, gli Stati Uniti possiedono circa 8.000 tonnellate d’oro a Fort Knox, con un valore nominale fissato a $42 per oncia (retaggio della Bretton Woods).

 Rivalutare l’oro a $20.000 l’oncia, ad esempio, trasformerebbe queste riserve in un patrimonio di circa 5 trilioni di dollari. Un passo del genere potrebbe riequilibrare parzialmente i conti pubblici e riportare un po’ di stabilità al dollaro.

Certo, parliamo comunque di un apprezzamento imponente quasi “mistico” se vogliamo. 

Ma secondo gli esperti delle grosse banche questi potrebbero essere dei target papabili (al netto di un intervento degli USA) per i prossimi 10-15 anni.

  • Goldman Sachs 10.000 $ per oncia

  • Morgan Stanley 6.500 $ per oncia

  • JPMorgan Chase 7.000 $ per oncia

In effetti se l’oro continuasse per i prossimi vent’anni a salire ad un ritmo del 30% annuale (35% rispetto all’EURO) come ha fatto quest’anno, effettivamente questo target non sarebbe così incredibile. Parliamo dopotutto di circa 600$ al grammo.

 

 

Ora va da se che se ci fosse effettivamente un intervento USA per rivalutare l’oro nelle proprie riserve, allora i $10K-$20K potrebbero essere un target assolutamente fattibile anche su orizzonti temporali leggermente più brevi.

 

Implicazioni per gli Investitori

Un’eventuale rivalutazione dell’oro potrebbe avere conseguenze significative anche per noi investitori:

  • Apprezzamento del valore dell’oro. Chi detiene oro fisico o digitale (ETF, oro tokenizzato tipo Paxg e simili) potrebbe ovviamente vedere crescere il proprio capitale.

  • Tensioni geopolitiche. Una mossa del genere potrebbe acuire la competizione tra Stati Uniti e Cina, che da anni accumula oro per rafforzare la propria posizione globale.

 

Bitcoin: Una Nuova Frontiera?

E se gli Stati Uniti valutassero di applicare una manovra simile al Bitcoin, quale sarebbe l’impatto?
Bitcoin potrebbe diventare una sorta di nuovo “oro digitale”, con un potenziale apprezzamento simile a quello che l’oro ha avuto nel 1934. 

Questo aprirebbe la strada a scenari imprevedibili ma affascinanti per il futuro della finanza globale.

 

Conclusione: Prepararsi al Futuro

La storia ha un modo curioso di ripetersi. Analizzare il passato ci aiuta a prevedere possibili sviluppi futuri e, soprattutto, a prepararci. 

Detenere una quota del proprio portafoglio in oro fisico (o controparte digitale) potrebbe rappresentare una strategia prudente per affrontare le incertezze.

 

Anche Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates, uno dei più grandi fondi di investimento al mondo, ha espresso preoccupazioni per una possibile crisi legata al “debito monetario” globale, causata da livelli di indebitamento insostenibili in Paesi come Stati Uniti e Cina. 

Durante una conferenza ad Abu Dhabi, ha suggerito di evitare gli asset di debito, come obbligazioni, e di investire invece in “denaro solido” come oro e Bitcoin.

Dalio ha affermato:

  • “È impossibile per questi Paesi non avere una crisi del debito nei prossimi anni che condurrà ad un grande declino del valore della moneta.”

  • “Voglio allontanarmi dagli asset come le obbligazioni ed il debito e dotarmi di denaro solido come l’oro e Bitcoin.”

In passato scettico sulle criptovalute, Dalio è ora uno dei principali sostenitori di Bitcoin.

Che sia oro, Bitcoin o entrambi, ciò che conta è essere informati e consapevoli degli scenari che si stanno delineando.

Buon Natale ancora e grazie per essere stato con me!


Ci vediamo nel prossimo articolo (o video), sempre con nuove riflessioni e strategie per affrontare i mercati con consapevolezza e preparazione.

Ps. Se ti fossi perso il video in cui analizzo questi scenari, lo trovi qui:

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Riguardo all'autore

Stefano Demasi

Stefano Demasi è un punto di riferimento italiano nel mondo della finanza e degli investimenti.

Seguìto da una community in continua crescita di investitori e appassionati, Stefano ha trasformato la sua passione in un vero movimento di educazione finanziaria.

Attraverso contenuti chiari, aggiornati e pragmatici, ha aiutato centinaia di persone a comprendere come muoversi nel mondo di Bitcoin e negli investimenti, trasformando teorie complesse in azioni concrete e profittevoli.

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