Ormai è tutto alla luce del sole…
Mi hanno criticato.
Mi hanno attaccato personalmente dopo aver visto questo video che trovi qui sotto:
Quando ho ipotizzato uno scenario di reset controllato del debito attraverso le stablecoin, ecco che in molti si sono scagliati contro di me deridendomi.
Ho unito i puntini, ho spiegato perché mi aspettavo che questo fosse il piano.
E molti, invece di ascoltare, mi hanno deriso, mi hanno dato del “fuffa-guru” e del complottista o terra-piattista.
Bene.
Ora le cose però diventano interessanti.
Un annuncio passato quasi inosservato
Durante l’ultimo Forum Economico dell’Estremo Oriente, uno degli uomini più ammirati e vicini a Vladimir Putin, Anton Kobyakov, ha lanciato una bomba.
Inutile dire che ha accusato gli USA di voler attuare proprio il piano che ho ipotizzato in quel video.
Ha dichiarato che gli Stati Uniti si stanno preparando a usare le criptovalute e le stablecoin per svalutare in segreto il loro debito nazionale da 37 trilioni di dollari.
Forse allora, ciò che avevo ipotizzato è molto più che una “semplice fantasia” come mi hanno detto.
Secondo lui infatti, Washington avrebbe intenzione di spostare quel debito in una sorta di “crypto-cloud”, per poi resettare il sistema.
Tradotto: cancellare il peso del debito interno e lasciare il resto del mondo a pagare il conto.
L’uomo che lo ha detto, ripeto, non è un analista qualsiasi. È Anton Kobyakov, consigliere economico di Putin da oltre dieci anni.
È stato nella stanza con Putin per ogni grande decisione economica russa dal 2012 a oggi e quando parla, non fa teorie: espone la visione del Cremlino.
La sua visione è sorprendentemente, molto vicina a quella delineata da noi, ma ha un errore di fondo, che risolveremo in questo articolo.
Prima però dobbiamo fare un’analisi del passato, perché contrariamente a quanto si pensi, questa non è la prima volta che succede.
I grandi reset USA
Gli americani sanno come “cancellare” il debito senza mai dichiarare un default.
Come ho detto, l’hanno già fatto, più volte.
Nel 1933, Roosevelt firmò un ordine esecutivo, il 6102.
Con una sola firma, confiscò l’oro dei cittadini americani a 20,67$ l’oncia, e subito dopo lo rivalutò a 35$ l’oncia.
Risultato? Una svalutazione immediata del dollaro rispetto l’oro del 69%.
Se avessi avuto 100$, il tuo potere d’acquisto sarebbe sceso in quel periodo a 31$.
Questa mossa portò il debito governativo del 69% più economico da ripagare.
Poi, nel 1971, Richard Nixon chiuse la “finestra dell’oro”.
Tolse definitivamente al dollaro il legame con l’oro e di fatto “tirò il tappeto” all’intero sistema monetario mondiale.
Da allora, il dollaro ha perso il 96% del suo potere d’acquisto.
Nel 1985, con gli Accordi del Plaza, cinque Paesi si misero d’accordo per svalutare il dollaro del 25% in due anni.
E ancora una volta ci riuscirono.
Capisci il modello?
Ogni 40-50 anni, il sistema monetario americano entra in una nuova fase di reset, e secondo questo ciclo, oggi siamo di nuovo al punto di rottura.
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Ma stavolta non serve solo l’oro, serve codice
Oggi non c’è più un gold standard da manipolare come in passato. I tempi sono cambiati e così anche gli strumenti da utilizzare.
Non serve quindi sequestrare oro, non serve un accordo internazionale.
Serve solo una nuova infrastruttura su cui collassare il debito e, guarda un po’, questa infrastruttura c’è già.
Il problema quindi è: come svaluti il dollaro se non è più ancorato a nulla?
L’unica via è espandere la base monetaria e attivare riserve che finora erano congelate.
Dal gennaio 2020, la massa monetaria M2 statunitense è passata da 15,5 trilioni a 21,9 trilioni di dollari.

Un aumento del 40 % in soli quattro anni.
E cosa è successo nel frattempo?
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Benzina +50%

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Prezzi delle case +50%

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Assicurazioni +70%

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Oro +134%

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Bitcoin +2126%

Created with TradingView -
Cibo, latte, carne, uova +30%
Questa non è semplice “inflazione”, ma svalutazione sistematica.
Il dollaro di oggi compra il 40% in meno di beni rispetto al 2020 e, magicamente, anche il debito da 37 trilioni “vale” il 40% in meno e senza restituire un solo dollaro.
Il mondo se n’è accorto
Cina e Giappone lo sanno.
E infatti stanno vendendo titoli di stato americani.
La quota di debito USA detenuta dalla Cina, a partire dal 2022 è scesa da $1080 Miliardi a $730 Miliardi al momento della stesura di questo articolo (cioè quasi del 30%).

Idem il Giappone, che però post elezioni di Trump ha ricominciato ad accumularne un po’ (ma comunque si può notare un bello scarico, soprattutto post 2022).

Hanno comunque scaricato post 2022 circa il 15% per poi recuperare un 2-3%. Quindi complessivamente si sono liberati di circa un 12-13% di debito americano.
Complessivamente la quota di debito USA detenuta da investitori stranieri è scesa dal 34% al 23%.
Questo è un crollo storico e proprio come nel 1971, quando Nixon chiuse la finestra dell’oro, il mondo oggi si prepara a non essere più vincolato al dollaro.
Washington quindi se vuole portare avanti la baracca, deve trovare nuovi acquirenti di debito.
Ed ecco dove entra in gioco lo scenario che avevo ipotizzato e che vede al centro di tutto le stablecoin e il mondo crypto.
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Tutto torna: il piano in tre mosse
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Attivare le riserve sterili.
I 3,2 trilioni parcheggiati alla Fed diventano carburante per le stablecoin. -
Creare domanda forzata di debito.
Ogni USDT e USDC deve essere coperto da titoli del Tesoro, quindi 3,7 trilioni di domanda garantita. -
Esportare l’inflazione.
Il dollaro si svaluta, i prezzi salgono, ma la perdita di potere d’acquisto si distribuisce in tutto il mondo, non solo negli USA.
Ed ecco che il cerchio si chiude.
La Russia ha secondo me ragione sul “reset”, ma forse ha capito male (o fatto finta di non capire) il meccanismo.
Non servono nuove stampe digitali bancarie, basta attivare ciò che è già lì.
Quanto manca e cosa fare?
Il segretario al tesoro USA prevede che il traguardo dei $3,7 trilion sarà raggiunto entro il 2030, ma la quantità di stablecoin sul mercato è già cresciuta del 32 % in soli sette mesi e hanno superato Visa e Mastercard per volumi annuali.
Questo è impressionante.

A questo ritmo è facile che si possa raggiungere quel traguardo dei 3,7 trilion già entro il 2027.
E nel frattempo cosa succede?
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L’oro si avvicina ai $4.000
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Quattro anni di acquisti record delle banche centrali
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Cina e Turchia che comprano oro e non più Treasury
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Bitcoin che esplode sopra i $100.000
Tutti i pezzi del puzzle sono sul tavolo.
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Il Genius Act è già attivo.
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Le riserve esistono.
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La macchina è pronta a partire.
Il reset non è un singolo evento, è un processo già in corso, e prima c’è ne rendiamo conto, meglio è.
Cosa dovremmo fare dunque?
Prima di tutto studiare e analizzare la situazione, poi proteggerci.
Ecco cosa faccio io (not financial advice):
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Non tengo troppi contanti (il necessario).
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Non accumulo debito o titoli statali.
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Accumulo e conservo asset reali: Oro, Bitcoin, materie prime (per chi vuole anche immobili).
Il Bitcoin copre una posizione di rilievo per me poiché resta il più rapido a reagire quando la liquidità esplode.
Nel 1971, quando il dollaro fu sganciato dall’oro, il prezzo del metallo passò da 35 $ a 800 $, un aumento di 23 volte.
Bitcoin ha fatto lo stesso tipo di salto, ma ogni quattro anni di ciclo.
Chi non ha imparato la lezione del 1971, la imparerà adesso — a proprie spese.
Questa quindi pare non essere più solo una mia teoria, ma un piano che si sta realizzando sotto i nostri occhi.
E se ti hanno detto che era “fuffa”, come hanno fatto con me, beh… preparati a vedere cosa succederà.
Qui sotto il video in cui ho spiegato cosa è successo









